venerdì 28 agosto 2009

Il quotidiano Latina Oggi sullo scioglimento del comune di Fondi (LT)

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L'articolo di Strill.it sul disegno di legge "Lazzati"

di Claudio Cordova - Se il 15 settembre la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati dovesse arrivare a una soluzione condivisa, dando un forte impulso, dopo sedici anni di nulla, al disegno di legge Lazzati, il merito sarà soprattutto dell’onorevole Angela Napoli del Popolo della Libertà.
E’ la deputata calabrese, infatti, la relatrice e prima firmataria della proposta, che si dipana in tre articoli: l’onorevole Napoli ha elaborato una proposta assai incisiva per tentare di estirpare la collusione di politici che, soprattutto nelle regioni meridionali, si appellano al capocosca di turno per rastrellare voti utili per l’elezione in consiglio comunale, in quello regionale o, addirittura, in Parlamento. Il disegno di legge Lazzati, infatti, riguarda proprio quel voto di scambio che sancisce l’inquietante abbraccio tra mafia e politica. Da uno a sei anni di carcere la pena prevista dal disegno di legge Lazzati, sia per il sorvegliato speciale che faccia propaganda, sia per il candidato che la solleciti. Il quale, se eletto, dovrà rinunciare.
Sarebbe una mannaia sì per l’affiliato di turno, ma, soprattutto, per i politici collusi, salvati, fino a questo momento da una legislazione, quella vigente, troppo permissiva che considera “voto di scambio” riconosciuto solo dove sia dimostrata una elargizione di soldi in campagna elettorale. La politica ha bisogno della mafia perché essa porta in dote una cospicua dote di voti, la mafia ha bisogno della politica per la spartizione delle poltrone, degli appalti e, perché no, per l’emanazione di leggi compiacenti.
Il legame va spezzato e, in attesa di una rivolta morale, una legge dura può essere un deterrente fondamentale. Il codice di autoregolamentazione dei partiti proposto dalla Commissione Parlamentare Antimafia presieduta da Francesco Forgione, per quanto nobile come iniziativa, si è infatti rivelato del tutto inefficace.
La discussione sul disegno di legge Lazzati è stata avviata già nel mese di giugno e la riunione del 15 settembre potrebbe essere decisiva perché l’intento di Angela Napoli è quello di arrivare a una proposta unificata (alcuni parlamentari, tra cui Rosa Calipari, Doris Lo Moro, Roberto Occhiuto e Mario Tassone hanno presentato una proposta molto simile alla sua, ndr) che possa essere approvata in sede legislativa, evitando così l’iter di approvazione in Aula e arrivare in Senato in tempi brevissimi.
Serve l’unanimità, però.
Ma non è così semplice. E’ la stessa Angela Napoli, contattata telefonicamente da strill.it a rivelarlo: “Ho pregato i colleghi dei vari gruppi politici – dice - di valutare le proposte di emendamento senza indebolire lo schema generale della proposta, ma mi sto scontrando contro pressioni contrarie molto forti anche perché trasversali”.
Sì, perché per alcuni deputati, anche calabresi, tanto di centrodestra, quanto di centrosinistra, la proposta di legge firmata da Angela Napoli sarebbe troppo dura. Legittimo, ovvio, interrogarsi sui motivi che spingono tali parlamentari a mettere in atto una così tenace opposizione.
Anche perché un vecchio adagio dice “male non fare, paura non avere”…
Delle pressioni non ha certamente paura Angela Napoli: “Vado avanti per la mia strada – dice – cercherò di fare andare in porto questo disegno essenziale per la lotta contro la criminalità organizzata. Spero che alla fine prevalga una linea dura e al momento ho avuto il conforto della Presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, che si è detta favorevole alla mia proposta”.

mercoledì 26 agosto 2009

L'articolo di Amantea.net sull'incontro di Soverato (CZ)

Grazie Angela Napoli. Grazie per aver partecipato l’incontro di Soverato. Senza di te non sarebbe stato lo stesso. Grazie per affermare sempre il tuo essere libera anche partecipando ad incontri nei quali non si può non essere critici verso certi politici di tutte le parti politiche. Grazie per continuare a fare il netto distinguo tra partiti e partitocrazia, da idealismo ed opportunismo. Grazie perchècontinui a “salvare” i partiti ("I partiti politici, in cui io credo ancora, devono reagire”) pur essendo fortemente critica verso chi li usa, se non li occupa. Grazie per essere contemporaneamente critica (“Come negli ultimi cinque anni ho criticato l’amministrazione di centrosinistra, ho anche detto che questa regione non ha certamente avuto un’opposizione degna di questo nome) ma anche onesta e leale, riconoscendo i limiti del centrodestra (molto grandi se mi permetti).
Grazie per quelle verità terribili che continui a proclamare con la forza della dignità e senza l’arroganza e la prosopopea del potere (L’opposizione ha creato un trasversalismo di comodo, di potere e di opportunismo, che ha consentito l’incancrenirsi di situazioni oramai divenute emergenziali. “Non c’è settore della nostra vita calabrese nel quale non si debba parlare di stato emergenziale. Grazie, infine, per la constatazione che (In Calabria c’èuna collusione nella pubblica amministrazione che deve veramente preoccupare e far risvegliare un senso di responsabilità I partiti politici, in cui io credo ancora, devono reagire”. Ed è questa l’unica nota stonata che mi sembra di dover sottolineare. Sei davvero sicura che la classe politica sia così libera da voler reagire? Esiste ancora l’idealità nei nostri partiti o essi sono la casa nella quale abitano i “trasversalisti di comodo, di potere e di opportunismo”. Esiste davvero la voglia di riscatto della società calabrese e quando questa dovesse emergere sei sicura che le “forze” che finora hanno mantenuto la Calabria dove è non interverranno massicciamente per fermare il tutto? Quanta gente che voleva cambiare è stata mandata via ( anche con il promoveatur ut amoveatur).
Quanti scandali hai denunciato senza essere riuscita a far cambiare una società che ha nell’animo la giustizia e nelle mani il compromesso? Ti sembra logico che l’assessore ai lavori pubblici della Calabria dica che “con l’aiuto di Dio la Salerno Reggio Calabria sarà finita entro il 2020?” Cioè quando sarà già vecchia! Ti sembra possibile che il Tirreno cosentino (quasi 40 comuni, oltre 130 mila abitanti che d’estate si triplicano) possa continuare ad usare una statale come la 18 che non ha sufficienti ed idonee bretelle con l’interno e l’autostrada? Ti sembra possibile che la Procura di Paola debba sequestrare decine di impianti di depurazione? Ti sembra affrontato seriamente il gravissimo problema del mare? Quale turismo avremo con un mare “verde” ? Forse davvero occorre mettere insieme (tutti) gli uomini onesti e di buona volontà per cambiare un destino(quello della Calabria) che sembra già orribilmente scritto!

Giuseppe Marchese

mercoledì 19 agosto 2009

La precisazione sulle notizie odierne del Quotidiano della Calabria

Apprendo da alcuni organi di stampa regionali che martedì prossimo Filippo Callipo lancerà la sua candidatura a Presidente della Regione Calabria con la formazione “Liberamente Calabresi”, i cui sostenitori sarebbero “gli onorevoli Luigi De Magistris e Angela Napoli”.
Ho il dovere di precisare che il 25 p.v. parteciperò a Soverato, su invito dell’Associazione socio – culturale Calabria Futura, all’incontro – dibattito sul tema: “Rinnovamento e legalità: unica via per lo sviluppo”.
Non sono assolutamente a conoscenza dell’iniziativa di Filippo Callipo e, pertanto, mi dichiaro estranea a quanto riportato da “Il Quotidiano della Calabria” nell’edizione odierna.

On. Angela Napoli

Taurianova, 19 agosto 2009

martedì 18 agosto 2009

L'ennesimo importante risultato degli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria

Un sincero plauso agli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, guidati dal dott. Renato Cortese, per il nuovo importante risultato nel contrasto al crimine organizzato, conseguito con la cattura del boss della ‘ndrangheta Paolo Rosario De Stefano, reggente della omonima cosca.
Desta preoccupazione la constatazione della spavalderia usata dai boss, i quali si permettono di trascorrere parte della loro latitanza, vivendo addirittura nei periodi estivi in località turistiche con i propri familiari.
E desta ancora maggiore preoccupazione come gli stessi boss riescano ad entrare in possesso di documenti falsi, rilasciati da compiacenti “personaggi” che operano all’interno di qualche Ente locale del reggino.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 18 agosto 2009

FONDI: ANGELA NAPOLI (PDL), NON C'E' MAI STATO UN CASO COME QUESTO

L'intervista di Articolo21.info


Roma, 17 ago. (Adnkronos) - "In tutti gli anni di applicazione dello strumento di scioglimento dei consigli comunali per mafia non c'e' mai stato un caso come quello di Fondi". A dirlo e' Angela Napoli (Pdl), deputata e componente della commissione antimafia, in una intervista a Econews, che aggiunge: "Qualche anno fa in Calabria c'e' stata un'esperienza che ho vissuto sulla mia pelle, sempre sotto il governo Berlusconi, per arrivare allo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia Terme".
"Allora c'era una amministrazione comunale a Lamezia Terme di centro-destra e c'erano state pressioni costanti che avevano fornito garanzia sul non scioglimento del comune di Lamezia da parte di esponenti del governo del tempo. E io ho l'impressione -prosegue Angela Napoli- che la stessa cosa stia accadendo ora. Solo che allora c'era un ministro dell'Interno di nome Pisanu che ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e di non guardare l'appartenenza dello schieramento politico. Se non si fa pulizia in casa propria non si ha il diritto di farla in casa d'altri. Sono ferma su queste posizioni".
"Un ministro degli Interni dovrebbe minacciare le dimissioni per una cosa di questo genere, perche' non possiamo dire che combattiamo la mafia e poi chiudiamo gli occhi dove non ci interessa", aggiunge Angela Napoli, sottolineando che "intanto non si vuole tener conto a causa del mancato scioglimento della presenza della 'ndrangheta nel Lazio, nonostante ci siano gia' stati casi, ricordiamo Nettuno gia' sciolto per infiltrazione mafiosa, nonostante giorno dopo giorno la 'ndrangheta appaia presente nel Lazio con un'attivita' di riciclaggio spaventosa, vedi gli ultimi sequestri avvenuti al centro di Roma".
"Non si tiene assolutamente conto della capacita' che ormai ha la 'ndrangheta di infiltrarsi nelle istituzioni, nell'amministrazione pubblica e locale", insiete Angela Napoli che dice poi:"Io non riesco a comprendere come mai la volonta' del ministro Maroni viene accolta dal governo e dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per qualsiasi scelta anche in termini legislativi e non sia stata invece accolta rispetto alla proposta che lo stesso ministro ha portato rispetto allo scioglimento".
"E non e' vero che la modifica della vecchia normativa sullo scioglimento degli enti locali impone che lo scioglimento possa essere fatto solo se figurino indagati tra gli amministratori locali. Questo e' falso. E' vero -conclude Angela Napoli- che in base alla rivisitazione della legge si deve sentire l'autorita' giudiziaria ma io penso che, alla luce degli arresti che sono stati fatti, se effettivamente avessero sentito in base alla nuova normativa l'autorita' giudiziaria, questa avrebbe tirato fuori innanzitutto evidenziando chi sono i Tegano e io lo dico da calabrese e so chi e' la cosca Tegano, so di cosa sono capaci".

martedì 11 agosto 2009

La malasanità in Calabria continua a mietere giovani vittime innocenti

A Cetraro è morta una bambina di soli otto anni dopo un ricovero di 24 ore in ospedale, a Cosenza continua a mancare la corrente elettrica da diversi giorni nell’ambulatorio di urologia del presidio sanitario e nel mentre il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, continua indomito a mantenere la delega regionale alla sanità, il Sottosegretario di Stato, Ferruccio Fazio, guerreggia con il ministro Sacconi per non commissariare, a differenza di altre regioni d’Italia, il settore della salute calabrese.
Non so con quale animo ci si possa associare al dolore dei familiari di questa nuova giovanissima vittima, dopo aver fatto patti con Roma e con la Conferenza Stato – Regioni solamente per poter continuare a gestire la sanità calabrese fino alla prossima competizione elettorale regionale.
Non so se si può continuare ad avere l’animo tranquillo di fronte alle numerosi morti impunite per malasanità in Calabria ed assistere inermi agli sprechi ed alle inefficienze di un settore che fa acqua da tutte le parti, mantenendo, peraltro, a dirigere personaggi “addomesticati”, come Petramala.
Non so se si può continuare a fare sonni tranquilli aggravando il già pesante bilancio regionale con l’assunzione di mutui per la costruzione di quattro nuovi presidi ospedalieri, sapendo di dover mettere al loro interno quello stesso personale sanitario, assunto, per lo più, con le tessere di partito in tasca, e privo di qualsiasi forma di controllo sulla relativa professionalità.
Ma davvero qualcuno in Calabria o anche a Roma, può immaginare che la popolazione debba continuare a vivere con tali soprusi? Fino a quando?

On. Angela Napoli

Taurianova, 11 agosto 2009

domenica 9 agosto 2009

La memoria per la morte del Giudice Scopelliti

Il 9 agosto 1991 veniva barbaramente ucciso il Giudice calabrese Antonino Scopelliti. Non può essere dimenticato il sacrificio di un uomo che ha speso la sua vita all’insegna della giustizia e della legalità.
Il ricordo di Antonino Scopelliti, a diciotto anni dalla tragica scomparsa, non può che essere associato al rammarico per l’assurdo mancato accertamento della verità sul barbaro omicidio.
Sulla spinta dell’energia con la quale oggi si sta chiedendo di conoscere quanto realmente si è celato dietro le morti dei Giudici Falcone e Borsellino, non si può non chiedere analoga verità per la morte del Giudice Antonino Scopelliti; sarebbe solo questo l’unico modo per onorarne davvero la memoria.

On. Angela Napoli
Componente Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 9 agosto 2009

mercoledì 5 agosto 2009

Guardie o ladri: il post di Roberto Galullo dal blog de Il Sole 24 ore


La lotta alle mafie dei governi: chiacchiere e distintivo come insegnano i casi di Gioia Tauro e Fondi e... Bardellino

Ricordate Robert De Niro nella parte di Al Capone che – nel film “Gli Intoccabili” – gridava al’agente federale Eliot Ness interpretato da Kevin Costner: “Sei solo chiacchiere e distintivo. Solo chiacchiere e distintivo”?
Ebbene quelle frasi sputate da un ladro (mafioso) a una guardia (incorruttibile) mi sono venute in mente seguendo le ultime vicende che hanno contraddistinto da una parte la politica governativa e dall’altra i Comuni di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e Fondi (Latina). L’uno sciolto per mafia e sottoposto a vicende talmente ridicole che se non fosse stato per l’onorevole Angela Napoli non sarebbero mai venute alla luce. L’altro che avrebbe dovuto esserlo ma per le nequizie e le ipocrisie della politica è ancora lì: in piedi, mentre uomini coraggiosi dello Stato vengono lasciati soli e delegittimati.
Ma andiamo con ordine, ricordando che questi sono solo due esempi. Se ne potrebbero fare molti per mettere alla berlina le chiacchiere e i distintivi. Ho scelto questi due e non certo per capriccio. Così come chiarisco subito che – ci fosse stato un Governo di diverso colore politico – non sarebbe cambiato nulla. Basta voltarsi indietro e ricordare il nulla sotto vuoto spinto contro la pervasività delle mafie dell’Esecutivo guidato dal prevosto Romano Prodi.

GIOIA TAURO: TOC TOC, C’E’ NESSUNO IN COMUNE?
SI: LA ‘NDRANGHETA


Gioia Tauro è un paesone calabrese di 18mila abitanti: un porto straordinario che non è mai decollato e tanta, ma proprio tanta ‘ndrangheta, che respiri come l’aria pura in alta quota. Ebbene, in questo Comune, sciolto recentemente per ben due volte per infiltrazioni mafiose, così come altri 5 nelle vicinanze, non esiste più neppure la commissione prefettizia straordinaria insediata a seguito dell’ultimo scioglimento, avvenuto il 24 aprile 2008. Un commissario se ne è andato il 21 luglio 2009 per motivi personali e gli altri due si sono dimessi ufficialmente per ragioni di rispetto, ma secondo la stampa locale per: “insormontabili difficoltà sulla condizione del Comune di Gioia Tauro che scaturirebbero dalla presenza di notevoli incrostazioni nella pubblica amministrazione” e dalle “numerose resistenze interne al palazzo riscontrate nella loro azione di pulizia e di trasparenza della macchina amministrativa”.
E la seconda commissione straordinaria che salta – per la sua totalità – in meno di un anno. Se non è un record poco ci manca.
Scusi, signor ministro dell’Interno, onorevole-sassofonista-avvocato Roberto Maroni: chi guida la “baracca”? Provare per credere: visitate il sito http://www.comune.gioiatauro.rc.it/ e troverete che nella voce “organi di governo” la casella “commissione straordinaria” è vuota. Chi guida una nave dove è sceso persino il capitano (anzi: due capitani in meno di un anno) e che rischia di affondare in una sabbia mobile amministrativa zeppa di criminali, soprattutto alla vigilia di nuovi appalti miliardari nella Piana e traffici mondiali (anche illeciti) via mare?
Se lo è chiesto e lo ha chiesto anche il rappresentante della Commissione parlamentare antimafia, l’onorevole Napoli (ex An, comunque rimasta nel centro-destra), che ha presentato un’interpellanza che – ovviamente – è rimasta finora lettera morta (la allego a fondo pagina affinchè tutti possiate leggerla). Napoli non lo ha chiesto solo a Maroni ma anche al ministro della Giustizia “Angelino l’odo Alfano” e a Sua Onniscenza Silvio Berlusconi. Risposte: zero. Neppure le chiacchiere. Neppure il distintivo.
Ora qualcuno ci dovrà spiegare come è possibile che un Comune così importante possa restare senza guida. Un Comune oltretutto dove (vox populi) c’è chi giura che i veri mafiosi siano rimasti al proprio posto. Intoccabili, come diceva l’ex superprefetto di Reggio Calabria ed ex vicario della Polizia, il senatore Luigi De Sena (Pd), che ha sempre ricordato l’inutilità della cacciata dei politici collusi o mafiosi, senza la contemporanea cacciata dei pubblici funzionari, dirigenti e dipendenti, corrotti o criminali. Un Comune dove – allego a fine pagina lo schema ripreso pari pari dal sito comunale – i dirigenti si mettono in malattia in media 50 giorni all’anno. Aggiungete le ferie, scekerate il tutto e vedrete che un quarto di anno lavorativo se lo passano a casa. Altro che le cure del playboy Renato Brunetta, il ministro dell’efficienza provetta!

FONDI…DI DIGNITA’

E passiamo ad analizzare la tragicomica vicenda di Fondi, paesone alle porte di Latina dove (lo dicono gli investigatori, i magistrati e il prefetto Bruno Frattasi, non io che sono un umile giornalista) le mafie fanno da anni scorribande manco fossero sulle montagne russe.
Non voglio annoiarvi con la cronistoria di quanto sta accadendo a Fondi. Per questo, infatti, vi rimando alle numerose inchieste che ho scritto sul Sole-24 Ore, alle puntate su Radio24 nella mia trasmissione “Un abuso al giorno” e ai post scritti su questo blog il 28 gennaio e il 14 aprile 2009).
La sintesi è questa: la città di Fondi – e in vero l’intera provincia di Latina – ha una vita economica, amministrativa e sociale oramai dettata dall’orologio biologico della criminalità. Non passa giorno che non ci sia un attentato, un intimidazione e decine e decine di arresti, come gli ultimi clamorosi, che hanno portato all’arresto dell’ex assessore ai Lavori pubblici e di boss di ‘ndrangheta che condiziona(va)no il Mof, il Mercato ortofrutticolo che fattura un miliardo all’anno e conta oltre 120 aziende.
Ebbene, a Fondi, il prefetto, da quasi un anno ha consegnato nelle mani del sassofonista, per diletto ministro dell’Interno con un fazzoletto verde ramarro nel taschino, una copiosa produzione letteraria: circa 800 pagine con le quali si prospetta lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa.
E che fa il sassofonista-avvocato-ministro e con lui il Governo tutto? Prima nicchia (sapete com è, c’erano le elezioni europee e amministrative e in Italia, comunque, c’è sempre un’elezione), poi rimanda, poi promette lo scioglimento e infine (ma guarda tu che novità!) non mantiene.
Con la scusa – risibile – di dovere adeguare la relazione prefettizia alle nuove regole sullo scioglimento degli enti locali (sapete com è, in Italia esiste sempre il rigo 3 del comma 4 dell’articolo 7 così come modificato dall’appunto 9 del pizzino 11 del Gran Maestro 27) il Governo ha preso ancora tempo. Tutto questo ha dato il 24 luglio la possibilità al senatore Stefano Pedica (dell’Italia dei Valori) di inscenare una protesta scenografica nel corso della conferenza stampa della malcapitata ministra Mariastella stellina Gelmini.
Ora – anche ammesso e non concesso – che lo scioglimento arrivi (e sarebbe bene che si cominciasse a indagare anche su territori come Minturno, e a quanto mi risulta sta accadendo), mi domando e vi domando: ma dove sono i fatti contro le mafie? Dove sono gli interventi decisi e decisivi? Come si può – mi domando – lasciare solo e, di fatto, delegittimare il lavoro di uno tra i migliori prefetti in Italia? Come si possono ignorare le proteste, le denunce di centinaia di amministratori di ogni colore politico, di numerose associazioni antimafia e di migliaia di cittadini? Come si possono ignorare le inchieste della magistratura che hanno e stanno scoperchiando da anni il malaffare nell’area pontina? Solo chiacchiere e distintivo, ecco cos è la lotta alle mafie dei Governi, “solo chiacchiere e distintivo”.
Sapete cosa sta accadendo in questi mesi durante i quali il sindaco di Fondi, il mitico Luigi Parisella (Pdl), ha attaccato la libertà di stampa e i giornalisti, a partire da chi scrive, il quale è stato gratificato negli anni di diversi attacchi e deliranti comunicati stampa sul sito del Comune? Non ci credete? Andate su http://www.cittafondi.it/: li troverete anche l’ultimo comunicato stampa che si intitola: “A Silvio Berlusconi”. E’ un’ode che chiama alle armi il papi-Silvio a combattere quei cattivoni del Tg1 che hanno fatto del male, vale a dire la bua (in molte parti del Nord dicono la bibi) a Fondi e al Mof. Leggetelo quel comunicato stampa (così, almeno, lo chiamano, è fantastico!)
Ve lo racconto io cosa sta succedendo a Fondi e nella provincia di Latina. Preparatevi a ridere e ricordate che è solo un fior da fiore dei più incredibili episodi.

LE PERLE SU FONDI E SULLA PROVINCIA DI LATINA: E VAI CON
IL TRIO DI ATTACCO FAZZONE - PALLONE – LAURO


La cosa più bella (vi prego di cogliere l’ironia) l’ha combinata il senatore del Pdl Claudio Fazzone, tra i ras incontrastati del territorio. Con una dichiarazione anticipata sul sito http://www.provincialatina.tv/ ha detto che «...il prefetto di Latina dopo aver fatto il suo dovere non può entrare nelle questioni politiche facendo il giro delle settechiese degli esponenti della sinistra...per questo sono sempre più determinato nel chiedere, se occorre, una commissione di inchiesta che verifichi tutti gli atti e l’iter prodotto in questa vicenda dal Prefetto di Latina e della correttezza degli interventi delle forze di sinistra veicolati sui media».
Capito? Una commissione d’inchiesta sul commissario prefettizio! E anche sulla sui giornalisti comunisti! E perché non anche sui Ros e sulla Gdf che in questi anni in provincia di Latina stanno scovando il marcio anche sottoterra?
Fazzone nella sua crociata – scrive il quotidiano “Latina Oggi” vicino, se non erro, alle posizioni del senatore romano-pontino del centrodestra (più destra, estrema, che centro) Giuseppe Ciarrapico - non è solo. Il coordinatore regionale del Pdl, Alfredo Pallone (con ‘sto cognome o faceva l’attaccante o faceva il difensore) si è schierato nel tridente: ha attaccato la sinistra e parlato di «estraneità dell’amministrazione di Fondi dalle accuse di infiltrazioni camorristiche» ma ha anche aggiunto di attendere con serenità la decisione del Governo, che «sarà comunque quella giusta». Finora è stata giustissima, ovvio!
Persino il senatore Raffaele Lauro, ex prefetto, anche lui del Pdl, membro della Commissione parlamentare antimafia, ha detto che chiederà una apposita seduta
pubblica per esaminare gli atti già acquisiti e quelli dell’operazione Damasco che ha portato all’arresto di boss e complici.

SCENDE IN CAMPO ANCHE ER CIARRA

In questa terra di mafia che è diventato il sud pontino (Frosinone compreso) non poteva mancare l’intervento del senatore Ciarrapico, detto er Ciarra, che è si nello stesso schieramento politico ma – evidentemente – è all’opposizione interna su quel territorio.
Dunque er Ciarra dicevamo – che non conosco e, detto fra me e voi, non vorrei neppure sfiorare con una canna – sul giornale Latina Oggi, appunto, si spinge a chiedere una «commissione d’inchiesta sulle fortune patrimoniali, assai celeri peraltro, del senatore Claudio Fazzone». Forse Fazzone – prosegue Ciarrapico – “dovrebbe precisare gli abusi edilizi della sua villa di Fondi, tutta abusiva e fare l’inventario delle proprietà immobiliari della moglie. A meno che anche queste proprietà non siano frutto di omonimia”.
Ma vi rendete conto chi ha chiesto la commissione d’inchiesta sui beni patrimoniali di un collega di partito? Er Ciarra, insegnante-imprenditore, che di incontri ravvicinati con la Giustizia e con i creditori ne ha avuti non pochi e per il quale, come ricordava il Sole-24 Ore a maggio “l'ufficiale giudiziario si è presentato nella sua residenza dichiarata, cioè nel capannone accanto alla tipografia di "Ciociaria Oggi", scoprendovi però una sola stanza con brandina, tavolo, piccolo armadio e comodino”. Niente di pignorabile, insomma. Anzi, le parti civili avvertono che «Ciarrapico ha fatto annullare per motivi procedurali perfino quest'ultimo tentativo di esecuzione forzata». Di qui la soluzione finale: bloccare un quinto del suo nuovo reddito di parlamentare a favore dei creditori. Sarà stato fatto? Quali sono stati gli eventuali sviluppi? Non è dato sapere. Almeno: io non lo so. C’è qualcuno che lo sa? Me lo scriva. Magari lo stesso senatore-insegnante-imprenditore.

E VAI CON LA RICHIESTA MILIONARIA DI…BARDELLINO

In questo territorio martoriato - in cui intanto il Comune di Fondi naviga a vista, secondo le accuse dell’opposizione – accade che Ernesto Bardellino presenti ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. “Colui – svela Latina Oggi - che sempre è stato identificato dagli inquirenti quale boss della camorra appartenente al clan dei casalesi ha deciso di chiedere allo Stato italiano cento milioni”.
A comunicare la decisione sono stati i suoi avvocati di fiducia, Pasquale Cardillo Cupo e Guglielmo Raso, che hanno spiegato il motivo del ricorso per la vicenda della confisca dei beni eseguita nei confronti dell’assistito da parte del Tribunale di Latina.
Questa misura di prevenzione di carattere patrimoniale, secondo i due principi del foro, in base alla vigente normativa è applicabile a quei soggetti sospettati di appartenenza ad associazioni per delinquere di stampo mafioso o camorristico.
«Tale condizione, tuttavia, non è assolutamente ravvisabile – hanno spiegato gli avvocati – nei confronti di Ernesto Bardellino, posto che è stato assolto da tutti i tribunali di Italia dal reato di cui all'articolo 416 bis ed è privo di qualsiasi carico pendente. Non è mai stato condannato per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, come provato da sentenze assolutorie coperte dal giudicato che affermano altresì la lecita provenienza dei suoi beni patrimoniali, come affermato dalla Corte di Appello di Roma in una delle ultime pronunce di merito in cui si dava testualmente atto che la società di sua proprietà, la Tirreno Sud Srl, non era altro che ‘il frutto di una normale e onesta attività imprenditoriale’. Tuttavia, nonostante ciò Ernesto Bardellino è da anni sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza».
Molti dei beni patrimoniali di Bardellino sono finiti nelle mani dello Stato ma secondo i legali sarebbe stata commessa «una grave lesione della convenzione internazionale dei diritti dell'uomo». E pur riconoscendo (bontà loro!) l’operato della Giustizia italiana, ritengono che «le preminenti esigenze di tutela dei diritti umani impongono che della vicenda venga investita la Corte europea di Strasburgo, alla quale è stato richiesto di voler condannare lo Stato italiano a corrispondere ad Ernesto Bardellino un risarcimento danni pari a 100 milioni di euro, per la perdita del suo patrimonio e per i danni conseguenti ad una decisione contraria alla convenzione europea sui diritti umani, in particolare a quella sull'inviolabilità del diritto di proprietà».
Insomma, mentre c’è chi fa chiacchiere e mostra il distintivo, Bardellino & C. fanno i fatti.
Bene, bravi, bis. Così si fa. Che lo Stato e il Governo imparino la lezione! Ma, forse, l’hanno già imparata, come dimostrano i casi di Gioia Tauro e Fondi. O no?

roberto.galullo@ilsole24ore.com

ALLEGATI

ALLEGATO n.1

IL TESTO DELL’ INTERPELLANZA PRESENTATA DALL’ON.NAPOLI (Clicca per leggere)
ALLEGATO n.2


Fonte: http://www.comune.gioiatauro.rc.it/