venerdì 28 agosto 2009

L'articolo di Strill.it sul disegno di legge "Lazzati"

di Claudio Cordova - Se il 15 settembre la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati dovesse arrivare a una soluzione condivisa, dando un forte impulso, dopo sedici anni di nulla, al disegno di legge Lazzati, il merito sarà soprattutto dell’onorevole Angela Napoli del Popolo della Libertà.
E’ la deputata calabrese, infatti, la relatrice e prima firmataria della proposta, che si dipana in tre articoli: l’onorevole Napoli ha elaborato una proposta assai incisiva per tentare di estirpare la collusione di politici che, soprattutto nelle regioni meridionali, si appellano al capocosca di turno per rastrellare voti utili per l’elezione in consiglio comunale, in quello regionale o, addirittura, in Parlamento. Il disegno di legge Lazzati, infatti, riguarda proprio quel voto di scambio che sancisce l’inquietante abbraccio tra mafia e politica. Da uno a sei anni di carcere la pena prevista dal disegno di legge Lazzati, sia per il sorvegliato speciale che faccia propaganda, sia per il candidato che la solleciti. Il quale, se eletto, dovrà rinunciare.
Sarebbe una mannaia sì per l’affiliato di turno, ma, soprattutto, per i politici collusi, salvati, fino a questo momento da una legislazione, quella vigente, troppo permissiva che considera “voto di scambio” riconosciuto solo dove sia dimostrata una elargizione di soldi in campagna elettorale. La politica ha bisogno della mafia perché essa porta in dote una cospicua dote di voti, la mafia ha bisogno della politica per la spartizione delle poltrone, degli appalti e, perché no, per l’emanazione di leggi compiacenti.
Il legame va spezzato e, in attesa di una rivolta morale, una legge dura può essere un deterrente fondamentale. Il codice di autoregolamentazione dei partiti proposto dalla Commissione Parlamentare Antimafia presieduta da Francesco Forgione, per quanto nobile come iniziativa, si è infatti rivelato del tutto inefficace.
La discussione sul disegno di legge Lazzati è stata avviata già nel mese di giugno e la riunione del 15 settembre potrebbe essere decisiva perché l’intento di Angela Napoli è quello di arrivare a una proposta unificata (alcuni parlamentari, tra cui Rosa Calipari, Doris Lo Moro, Roberto Occhiuto e Mario Tassone hanno presentato una proposta molto simile alla sua, ndr) che possa essere approvata in sede legislativa, evitando così l’iter di approvazione in Aula e arrivare in Senato in tempi brevissimi.
Serve l’unanimità, però.
Ma non è così semplice. E’ la stessa Angela Napoli, contattata telefonicamente da strill.it a rivelarlo: “Ho pregato i colleghi dei vari gruppi politici – dice - di valutare le proposte di emendamento senza indebolire lo schema generale della proposta, ma mi sto scontrando contro pressioni contrarie molto forti anche perché trasversali”.
Sì, perché per alcuni deputati, anche calabresi, tanto di centrodestra, quanto di centrosinistra, la proposta di legge firmata da Angela Napoli sarebbe troppo dura. Legittimo, ovvio, interrogarsi sui motivi che spingono tali parlamentari a mettere in atto una così tenace opposizione.
Anche perché un vecchio adagio dice “male non fare, paura non avere”…
Delle pressioni non ha certamente paura Angela Napoli: “Vado avanti per la mia strada – dice – cercherò di fare andare in porto questo disegno essenziale per la lotta contro la criminalità organizzata. Spero che alla fine prevalga una linea dura e al momento ho avuto il conforto della Presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, che si è detta favorevole alla mia proposta”.

Nessun commento: