Il 12 settembre
1997 (quasi 17 anni fa) è
stato dichiarato lo stato di emergenza e il 1° ottobre 1997 è stata diramata la
prima ordinanza per l’emergenza nel territorio della Regione Calabria nel
settore dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi, della bonifica e del
risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinanti,
nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli
di depurazione.
Dal 1997 fino al 14 marzo 2013 con il carattere di continuità è
stato sempre prorogato lo stato di emergenza del settore per la Regione
Calabria, affidando l’incarico di commissario inizialmente ai presidenti pro tempore della Regione e alternativamente
a Prefetti.
Durante i 16 anni di commissariamento sono arrivati in Calabria
per l’emergenza ben 2 miliardi di euro e non è dato conoscere come siano stati
spesi, considerato che la raccolta differenziata dei rifiuti oscilla tra il 13
e il 14 per cento e il piano regionale delle discariche, previsto con ordinanza
n. 2100 del 2 dicembre 2002, per “abbancare” la spazzatura fino al 2018, è
inesistente, vista l’emergenza rifiuti che, ancora negli ultimi mesi, si
registra in Calabria.
Dal 14 marzo 2013 la raccolta dei rifiuti è ritornata nelle mani
della Regione Calabria i cui amministratori, anche in questo settore si stanno
dimostrando assolutamente inefficienti. Infatti, in questi ultimi mesi in
Calabria è divenuto davvero allarmante e pericoloso, sotto il versante
igienico-sanitario, il problema della raccolta dei rifiuti; i territori sono
invasi da quelle che possono essere definite “discariche a cielo aperto”. I
cumuli di tonnellate di rifiuti sono sparsi ovunque, anche, come a Taurianova,
vicini ad edifici scolastici, ristoranti, siti commerciali, nei pressi di
abitazioni, nelle frazioni e nelle contrade, senza alcun controllo e con grave
rischio per la salute dei cittadini.
Le discariche disponibili a livello regionali sono pressoché
inesistenti e comunque insufficienti, ma la Regione non appare nemmeno
trasparente nella concessione all’autorizzazione ai Comuni per conferire quanto
più possibile i rifiuti nelle discariche aperte.
La mia personale impressione è che tali autorizzazioni non vengano
rilasciate secondo le reali esigenze, ma soprattutto non vengano privilegiati i
Comuni che attualmente sono sottoposti al commissariamento straordinario per
infiltrazione mafiosa.
Va, pertanto, ricordato, in particolare al Presidente della Giunta
regionale Scopelliti e all’assessore regionale all’ambiente Pugliano, che
l’inserimento della ‘ndrangheta nello specifico settore dei rifiuti emerge in
tutta la sua evidenza dalle indagini delle DDA di Reggio Calabria e Catanzaro,
e che pertanto la mancata autorizzazione ai Comuni, in particolare quelli
sciolti per mafia, al conferimento dei rifiuti nelle discariche aperte
significa contribuire a mantenere un sistema di illegalità diffusa, solo utile
alla ‘ndrangheta e significa, altresì, mostrarsi incuranti della salute dei
cittadini.
On. Angela Napoli
Presidente Associazione “Risveglio Ideale”
Taurianova, 17 marzo 2014
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