giovedì 23 maggio 2013

On. Angela Napoli sulla strage di Capaci


"Nel ventunesimo anniversario della strage di Capaci non si può dimenticare il sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre Agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sicuramente li ricorderanno in molti, ma tra questi ci saranno anche coloro che quotidianamente ne calpestano la memoria agendo nella illegalità. Penso, infatti, che ormai sia diventata prassi servirsi delle parole "legalità" e "antimafia" quali vesti sotto le quali tutto è azione all'insegna dell'illiceità, della collusione e della corruzione.
Tra le persone che in questi giorni ricorderanno Giovanni Falcone ci saranno anche coloro che lo avevano isolato e che lo avevano portato a dire "Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno"; parole che condivido giacché purtroppo personalmente sono stata costretta a registrare cosa significhi il mancato sostegno a determinate battaglie da parte della coalizione politica di appartenenza.
Sì, perché Giovanni Falcone non ebbe quel sostegno necessario per portare a termine le indagini sulle quali aveva innalzato il livello. Falcone fu isolato giacché avrebbero desiderato che si occupasse solo dell'area militare della mafia e lasciar perdere le indagini che coinvolgevano i "colletti bianchi".
Giusto, quindi, commemorare le vittime della strage di Capaci, ma al fine di non oltraggiarne il ricordo e il sacrificio, occorre unire l'impegno a non venir meno nelle nostre azioni quotidiane al loro insegnamento, riuscendo sempre a parlare e a camminare a testa alta".


ANGELA NAPOLI (23 maggio 2013)

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