martedì 9 febbraio 2010

I motivi per i quali non sia stata protetta Lea Garofalo

Ai ministri dell’Interno e della Giustizia

– Per sapere – premesso che:

- nei giorni scorsi è stata data notizia della scomparsa della collaboratrice di giustizia, Lea Garofalo di Petilia Policastro (KR), che sarebbe avvenuta nel novembre 2009;

- Lea Garofalo risulta collaboratrice di giustizia per aver rilasciato dichiarazioni sull’omicidio del fratello Floriano, avvenuto nel 2005, e sulla ‘ndrangheta di Petilia Policastro;

- Nella scorsa settimana è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro e dal Comando Carabinieri di Campobasso, Carlo Cosco, ex convivente della donna, con l’accusa di tentato sequestro di persona;

- Sempre nella scorsa settimana è stata emessa un ordinanza di custodia cautelare in carcere per Massimo Sabatino (già detenuto per altra causa) con l’accusa di tentato omicidio di Lea Garofalo, messo in atto nel mese di maggio 2009;

- Le tracce di Lea Garofalo si sarebbero perse a Milano, nel mese di novembre, quando insieme alla figlia tredicenne, avrebbe dovuto prendere il treno per tornare in Calabria;

- Risultano contorte le notizie sullo status di collaboratrice della Lea Garofalo;

- Sembrerebbe che Lea Garofalo si sia dovuta rivolgere al Consiglio di Stato per vedere riconosciuto il suo diritto ad entrare nel programma di protezione, visto che la Commissione centrale di protezione prima ed il TAR del Lazio poi non avevano concesso il diritto richiesto;

- C’è incertezza sul mancato rinnovo della protezione a Lea Garofalo dopo il tentato sequestro del maggio 2005;

- Lea Garofalo, che ha avuto assassinati il padre e il fratello durante lo sterminio della faida di Petilia Policastro tra le due famiglie Garofalo e Mirabelli, potrebbe rappresentare un nuovo caso di “lupara bianca” in Calabria, proprio per le sue rivelazioni sugli omicidi e contro alcuni affiliati alle cosche di quel territorio:

- I motivi per i quali Lea Garofalo non sia stata ammessa al regime di protezione, pur avendo subito un tentativo di sequestro e pur appartenendo ad una famiglia pressoché sterminata da una faida di ‘ndrangheta;

- se risultano essere state disposte convocazioni di Lea Garofalo per processi in qualche Tribunale d’Italia.

On. Angela NAPOLI

Roma, 9 febbraio 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

I magistrati fanno in modo che la gente capisca che lo Stato non c'è e che l'unico vero potere è quello mafioso.
Intanto, si preoccupano di colpire Berlusconi per esigenze politiche, pur sapendo che lui ha sempre una legge pronta per evitarli.