«Il
Campidoglio va sciolto per mafia»
Il
consulente dell’Antimafia, Napoli: per troppi anni hanno negato l’evidenza.
Corruzione e criminalità
organizzata vanno insieme. Attenti alla ’ndrangheta
Francesca
Musacchio
«Il Comune di Roma dovrebbe essere sciolto per
infiltrazioni mafiose, ci sono tutti i presupposti. Basterebbe anche solo il
titolo dell'inchiesta della Procura di Roma, "Mafia Capitale",che non
è una scelta casuale, per capire l'entità del problema». Angela Napoli, ex parlamentare
e oggi consulente della Commissione Antimafia, non usa mezzi termini. Il sistema
corruttivo legato alla gestione dei centri di accoglienza per gli immigrati e i
legami tra alcuni esponenti politici e il malaffare, che le indagini hanno svelato,
non lascerebbero dubbi sulle infiltrazioni mafiose è ’'ndranghetiste nella
Capitale.
Secondo lei è possibile che alla fine si
decida di sciogliere per mafia il Comune di Roma?
«Non credo che si arriverà a questo. Per
l'Italia sarebbe un danno d'immagine terribile, perché Roma è la Capitale.
Oltre a questo il sindaco Marino non sembra deciso a mollare. Detto questo per
troppi anni pezzi di istituzione, proprio a Roma, si sono ostinati a dire che la
mafia qui non c'era. Tutto ciò accadeva mentre erano in corso attività di
prevenzione dell'autorità giudiziaria attraverso il sequestro di note attività commerciali,
perché frutto di patrimoni illeciti. Ora con l'indagine della Procura si scopre
quanto la mafia fosse dentro Roma e non solo».
La 'ndrangheta, che lei conosce bene, è
parte dell'inchiesta della Procura. Dalle carte emergerebbe il legame tra chi a
Roma faceva affari con gli immigrati ed esponenti della malavita organizzata calabrese.
«La 'ndrangheta è evidente che fa parte di
"Mafia Capitale" perché con i centri di accoglienza si fanno affari.
Tuttavia il coinvolgimento della malavita spesso si ferma al momento dello
sbarco. Una volta che i profughi sono arrivati sulle nostre coste l'interesse
della 'ndrangheta va scemando. Si, molti immigrati vengono sfruttati nelle
piantagioni gestite dalle cosche a cui devono pagare il "pizzo” sui miseri
guadagni.
Altri finiscono a fare i sicari nei
regolamenti di conti, ma il grosso degli affari con gli immigrati avviene
altrove».
Cosa intende?
«La 'ndrangheta è nel traffico di esseri
umani non solo per la partecipazione alla gestione del business dei centri di
accoglienza. Al momento ci sono alcune inchieste in corso proprio sui legami
tra le cosche e gli scafisti che operano in Libia. Di mezzo c'è uno scambio di armi
e droga. Se così non fosse nessuno potrebbe sbarcare in Calabria».
Nella sua Regione l’emergenza profughi è drammatica
come quella di Roma?
«Oltre a quelli che stanno nei centri di
accoglienza la maggior parte stazionano a Rosarno, Cassano, Rossano e Corigliano
dove sono le piantagioni di agrumeti».
Nel libro "L'Antimafia nei fatti",
racconta la sua esperienza personale nella
lotta alla criminalità organizzata parlando anche di Taurianova, il comune in
cui risiede, e che rappresenta una sorta
di "modello" delle infiltrazioni mafiose all'interno delle istituzioni.
«É il primo Comune ad essere stato sciolto per
infiltrazione mafiosa nel 1991. Nel 2009 e nel 2013 è accaduto ancora, altre
due volte. Conosco bene l'argomento e posso dire che nella comprensione della vicenda
di "Mafia Capitale" si è fatto un errore di fondo sin dall'inizio».
Quale?
«Si è abituati a pensare che la corruzione non
abbia a che vedere con la mafia. Invece sono due facce della stessa medaglia. La
corruzione è il viatico attraverso il quale la mafia si inserisce in determinati
contesti».
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