lunedì 8 dicembre 2014

A Catanzaro regna il malaffare. Qui si è trasferito il "modello Reggio"

Angela Napoli atto secondo: 
A Catanzaro regna il malaffare. Qui si è trasferito il "modello Reggio"

Gaetano Romani

Dopo le forti parole di Angela Napoli sulla situazione di collusione che affligge questa regione ed in particolare la città di Reggio Calabria, oggi proponiamo la “seconda parte” dell’intervista dove la consulente della commissione parlamentare antimafia parla della città Capoluogo. Paroli pesanti come un macigno che vedono Catanzaro come il nuovo centro del malaffare calabrese. "Il cosiddetto “modello Reggio” è stato trasferito a “modello Regione” a Catanzaro perché in questa città ha trovato terreno fertile, con la palese compiacenza e copertura di ambienti e persone di Reggio Calabria, è triste ma significativo”.  

Durante una recente intervista apparsa su WebOggi, l'ex pm Luigi De Magistris ha dichiarato "Catanzaro è il centro nevralgico della massoneria", lei cosa ne pensa? “
Non v’è dubbio che il malaffare a Catanzaro è radicato nel profondo. Fermo restando che continuo ad avere grande stima nei confronti di Luigi De Magistris, le inchieste che aveva avviato nel Capoluogo erano giuste e secondo me avrebbero portato sicuramente a dei risultati che andavano ad attaccare quel mondo contraddistinto da legami tra politica-massoneria-imprenditoria, non dimentichiamo che l'imprenditoria catanzarese è molto legata agli ambienti massonici e politici. De Magistris è stata "vittima" di un disegno, a causa delle gravi conseguenze che avrebbero avuto le sue inchieste, gli sono state sottratte per metterle nel dimenticatoio. Una delle più importanti a mio avviso era l’inchiesta “Poseidone”, che vedeva coinvolto tutto il settore ambientale, ai tempi in cui c'era Giuseppe Chiaravalloti alla presidenza della regione e come assessore regionale all’ambiente Domenico Antonio Basile di Vibo Valentia. Se quell’inchiesta fosse andata avanti avremmo iniziato a conoscere realmente dove sono finiti i milioni di euro che sono giunti in quegli anni in Calabria, infatti ci fu il Commissariamento del settore ambientale. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare che la Calabria è stata commissariata per l’emergenza ambiente per oltre 13 anni ed i risultati di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti, in quei 13 anni sono arrivati tanti milioni di euro, che nessuno sa che fine abbiano fatto. Non v’è dubbio che le inchieste che sono state sottratte a De Magistris avrebbero squarciato quel velo, anzi quella nube che copre l’intera città di Catanzaro e non solo, perché questa nube ricopre l’intero territorio catanzarese. Quando l’ex sindaco Michele Traversa diede le dimissioni, io scrissi un comunicato stampa, sottolineando che non erano motivate da quello che aveva dichiarato ufficialmente perché dietro c’era ben altro. C’è anche un altro discorso a Catanzaro che andrebbe valutato, cioè ogni volta che viene aperta un’inchiesta che va a smuovere ed intaccare i “mondi” della politica, dell’imprenditoria e della massoneria a mio avviso viene puntualmente bloccata. Si è creato uno scandalo, addirittura una condanna a De Magistris perché aveva messo sotto controllo, senza autorizzazione, i telefoni di alcuni politici, a questo proposito devo dire che tra le persone intercettate figurava il nome di Angela Napoli, ma la sottoscritta non ha mai temuto nulla perché non avevo nulla da nasconde o qualcuno da proteggere. Catanzaro è sommersa da una coltre di malaffare, che mi auguro possa essere smantellata al più presto. Il cosiddetto “modello Reggio” è stato trasferito a “modello Regione” a Catanzaro perché in questa città ha trovato terreno fertile, con la palese compiacenza e copertura di ambienti e persone di Reggio Calabria, è triste ma significativo”. 

Se domani fosse presidente della regione Calabria cosa farebbe per cambiare le cose? 
"La prima cosa che farei è la totale pulizia all'interno della Regione. Prenderei le distanze da tutti i settori della politica che sono legati alla 'ndrangheta e che si conoscono, perché la Calabria è costituita da un numero elevatissimo di piccoli comuni all'interno dei quali ognuno si conosce. L'applicazione del rispetto della legalità e della trasparenza, ma non con la creazione di assessorati utili solo a dimostrare che si ha un "vestito" di perbenismo, lo farei in modo concreto. Qui ci vorrebbe veramente un cambiamento radicale, una forte volontà che naturalmente non può passare solo attraverso il presidente della regione, deve essere una forza che accomuna un gruppo di persone che evidenzi grande responsabilità con fatti concreti". 

Orfeo Notaristefano, scrittore-giornalista e curatore della sua ultima fatica editoriale “L’Antimafia dei Fatti” ha dichiarato: "Questo è un libro d’Amore: per la Calabria, per l’Italia, per l’Europa. Segna la differenza tra l’antimafia parolaia, di parata e inconcludente e l’Antimafia dei fatti, come recita il titolo e non solo". Parole molto forti che vanno oltre i confini calabresi. 
"Certo, perché la mia attività non è stata svolta solo in Italia ma anche all'estero come componente dell'Unione Interparlamentare, inoltre sono stata relatrice per la criminalità presente nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E molti dei miei lavori li ho voluti raccontare in questo libro, dove ci sono anche alcuni capitoli con interviste ai diretti interessati. Sono stata relatrice ed ho fatto approvare importanti relazioni, ecco perché Orfeo Notaristefano dice anche amore europeo", proprio perché la mia attività si è svolta oltre i confini dell'Italia. Ho voluto scrivere questo libro, primo per far conoscere realmente la situazione di questa regione, poi per dimostrare che non mi sono mai sottratta dall'evidenziare nomi e cognomi, non ci sono mai stati "omissis" né nei miei atti parlamentari, né nei miei comunicati, né nelle mie denunce. Non intendo mollare ed ai giovani dobbiamo dare speranza, dobbiamo far capire che non devono demordere, devono "uccidere" le speranze di coloro che annientano i loro sogni, questo è anche uno dei motivo per cui ho voluto far nascere l'associazione "Risveglio Ideale", proprio per cercare di svegliare le coscienze. Una delle più grandi "colpe" che hanno i cittadini calabresi è la mancanza di partecipazione attiva alla "vita" pubblica, di conseguenza chi è andato ad amministrare in malafede si è sentito libero di agire in modo indiscriminato e secondo i propri interessi".


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