venerdì 28 marzo 2014

Mia intervista rilasciata al Corriere della Calabria


“Il peggio deve venire”

L’ex parlamentare Napoli analizza il caso Calabria. Il “modello Reggio” che si propaga in tutta la regione e infetta tutto. “Il malaffare non ha zone franche”.

Pietro Bellantoni
“Queste sono solo scintille. Sono convinta che il vero marciume esploderà molto presto”. Angela Napoli non sembra stupita più di tanto. L’ex parlamentare di Fli. Oggi consulente della commissione parlamentare Antimafia, sapeva che prima o poi la valanga si sarebbe staccata rovinosamente , per travolgere la valle profonda della politica e delle istituzioni calabresi. Solo ora, però “sta per venire fuori  quello che tutti conoscevamo, ma che è stato lasciato a covare sotto la cenere”.

Che idea si è fatta sui nuovi scossoni giudiziari e politici?
CREDO CHE TUTTO SIA LEGATO AL COINVOLGIMENTO DI PERSONAGGI DI GROSSO CALIBRO, MOLTI  DEI QUALI SI SONO SERVITI DELL’ALIBI DELLA ‘NDRANGHETA PER GESTIRE MALAFFARE E CORRUZIONE. E, OVVIAMENTE, I PROPRI INTERESSI.

Analisi impietosa …
BASTA OSSERVARE CON ATTENZIONE QUELLO CHE SUCCEDE. A REGGIO, AD ESEMPIO, DOVE IL PM LOMBARDO HA DETTO CHE IL PROCESSO META RIGUARDA SOLO UNA META’, CON L’ALTRA CHE COINVOLGEREBBE GLI “INTOCCABILI”. SENZA DIMENTICARE CHE IL PROCESSO FALLARA E LE ALTRE INCHIESTE IN GIRO PER LA CALABRIA. ALLE ULTIME AMMINISTRATIVE DI CATANZARO AVEVO DENUNCIATO MOLTE COSE A PARTIRE DALLE STRANE DIMISSIONI DEL SINDACO TRAVERSA. I FATTI DI COSENZA CI HANNO FATTO RIMBALZARE IN TUTTE LE CRONACHE NAZIONALI, MA ERANO COSE CHE SAPEVAMO. COME SAPEVAMO DELLO STRAPOTERE DEI FRATELLI GENTILE E QUELLO CHE SUCCEDEVA NELL’ASP. A VIBO L’INCHIESTA “PURGATORIO” HA FATTO EMERGERE LE COLLUSIONI DELLE ISTITUZIONI CON IL CLAN MANCUSO. A CROTONE PENSO ALL’INCHIESTA “HERACLES”, ALLA COMMISSIONE D’ACCESSO ALLA PROVINCIA, AL CONSIGLIERE COMUNALE NELLE INCHIESTE LEGATE AL VOTO DI SCAMBIO, ALL’EX SINDACO DI ISOLA CAPO RIZZUTO, CAROLINA GIRASOLE, A CUI NON SONO STATI REVOCATI I DOMICILIARI PER LA QUARTA VOLTA. A LAMEZIA L’INDAGINE “PERSEO” HA FATTO CAPIRE COSA SI NASCONDE DAVVERO DIETRO LE COSCHE LOCALI”.

C’è un trait d’union che rende possibile un’interpretazione univoca?
ALCUNI PERSONAGGI HANNO PRESENTATO LA CALABRIA COME UN MODELLO. DOPO IL “VANTO”  DI REGGIO, FIRMATO DA SCOPELLITI, ANCHE CATANZARO E’ STATA  PRESENTATA COSI’. POI LA REGIONE. SI SONO SERVITI DELLA PAROLA “MODELLO” FACENDO LEVA SU “GARANZIE” RISPETTO A UNA POSSIBILE IMPUNITA’. IO SONO STATA SEMPRE FIDUCIOSA, SAPEVO CHE PRIMA O POI TUTTO SAREBBE ESPLOSO. MA, COME HO GIA’ DETTO, SIAMO ANCORA ALLE SCINTILLE.

Cosa succederà allora?
DIPENDERA’ MOLTO DALLA POLITICA E DAI CITTADINI. LA POLITICA DOVRA’ VOLTARE PAGINA, I CITTADINI DOVRANNO SMETTERLA DI ASSECONDARE UN SISTEMA CHE, PER MOLTI DI LORO, E’ STATO DI COMODO. I CALABRESI HANNO CHIUSO TROPPO GLI OCCHI, ANCHE A CAUSA DEL BISOGNO. IL GUAIO E’ CHE TUTTI SONO STATI DELIBERATAMENTE LASCIATI IN QUESTO STATO, CON UNA MERITOCRAZIA COMPLETAMENTE ABBATTUTA E I CONCORSI SPARTITI, PROPRIO COME E’ SUCCESSO A CATANZARO TRA TALLINI E ABRAMO. MA AVVIENE IN TUTTA LA CALABRIA.

Lei ha più volte acceso i riflettori su Reggio ….
LA SECONDA VITTORIA DEL SINDACO SCOPELLITI E’ STATA COSI’ ECLATANTE  DA FAR PENSARE AD ACCORDI PERICOLOSI. IO SONO STATA INSULTATA PUBBLICAMENTE DA LUI QUANDO, ALLE ULTIME ELEZIONI COMUNALI, HO RIFIUTATO LA CANDIDATURA A SINDACO OFFERTA DAL MIO PARTITO DICENDO CHE IL VOTO ERA CONTROLLATO NON SOLO DALLA ‘NDRANGHETA, MA ANCHE DAI COSIDDETTI POTERI FORTI. SONO STATA VILIPESA, MA POI E’ SCOPPIATO TUTTO, DAL BUCO ECONOMICO FINO AI RISULTATI DELLA COMMISSIONE D’ACCESSO. MENTRE ANCORA OGGI EX AMMINISTRATORI SENZA PUDORE CONTINUANO A DIRE CHE IL COMUNE NON DOVEVA ESSERE SCIOLTO. TUTTI SAPEVANO CHE ERA GESTITO IN MODO DA FAVORIRE I “VICINI”.

Ogni declino ha sempre un inizio. Riesce a individuarlo?
PENSO AI FAMOSI “PACCHETTI DI POLVERE” TROVATI A PALAZZO SAN GIORGIO QUANDO SCOPELLITI ATTRAVERSAVA UN PERIODO DI CRISI. SE SI RIUSCISSE A CAPIRE COSA SIGNIFICAVA QUEL FINTO ATTENTATO FORSE SI POTREBBE ANCHE CAPIRE COSA SI E’ NASCOSTO DIETRO IL “MODELLO REGGIO”.

Anche Cosenza è vittima di un sistema. L’inedita faida tra i Gentile e Citrigno sta scoperchiando un coacervo di interessi, non sempre leciti …
VA DETTO CHE PIETRO CITRIGNO PER TROPPO TEMPO E’ STATO LEGATO AI DUE FRATELLI. IL POTERE E’ CRESCIUTO PER TUTTI. POI IL GIOCATTOLO SI E’ ROTTO, E ADESSO SALTA FUORI LA REALTA’, COME QUELLA DELL’ASP DI SCARPELLI, DELL’OSPEDALE DELL’ANNUNZIATA GUIDATO DA GANGEMI, MARITO DELLA CONSIGLIERA REGIONALE TILDE MINASI, A SUA VOLTA DEVOTA DI SCOPELLITI. SONO SITUAZIONI CHE SI CONOSCONO, PROPRIO COME I LODI ARBITRALI GESTITI DALL’AVVOCATO GAETANO. MI LASCIA PERPLESSA ANCHE IL FATTO CHE LA COMMISSIONE STRAORDINARIA DI AMANTEA ABBIA DATO INCARICHI AL FIGLIO DI GENTILE (ANDREA, INDAGATO NELL’INCHIESTA SULLE CONSULENZE D’ORO ALL’ASP, ndr). LA RIPROVA DELLA LORO CAPACITA’ DI ARRIVARE ANCHE AL MINISTERO.

Nemmeno Catanzaro sembra il tempio della legalità …
FACCIO UN PARALLELO CON LA GESTIONE DELLA SORICAL DA PARTE DI ABRAMO. ECCO, QUELLA “CAPACITA’ GESTIONALE” E’ STATA TRASFERITA AL COMUNE QUANDO E’ DIVENTATO SINDACO, IN UN MOMENTO IN CUI LE DIMISSIONI DI TRAVERSA AVEVANO FATTO CAPIRE CHE QUALCOSA NON ANDAVA. E’ NOTO LO STRAPOTERE VERGOGNOSO DI TALLINI, SENZA DISDEGNARE QUELLO DEL SENATORE AIELLO. SONO POTERI CHE GESTISCONO LA VITA DELLA COMUNITA’ NON PER GLI INTERESSI COLLETTIVI, MA PER QUELLI PERSONALI ED ELETTORALI, NON E’ ACCETTABILE SENTIR DIRE CHE LA RESPONSABILITA’ E’ DEI SINGOLI, COME HANNO FATTO ABRAMO E SCOPELLITI. E’ COME SE TUTTO SCIVOLASSE SENZA LASCIARE MACCHIE, ED E’ GRAVE PERCHE’ DIMOSTRA CHE DA PARTE DI QUESTE PERSONE NON C’E’ NEMMENO UNA PUNTA DI ETICA E DI MORALITA’. E’ IL SINDACO ABRAMO CHE HA NOMINATO LOMONACO, E’ LUI CHE SI AVVALE DI TALLINI. E’ INUTILE CHIAMARSI FUORI, COME A VOLERSI NASCONDERE DIETRO AL FATTO CHE QUALSIASI AZIONE NON INDICATIVA DI REATO, COME A VOLERSI NASCONDERE DIETRO AL FATTO CHE QUALSIASI AZIONE NON INDICATIVA DI REATO POSSA ESSERE LASCIATA SCORRERE TRANQUILLAMENTE, DELEGANDO TUTTO ALLA MAGISTRATURA. LA POLITICA DEE RIVESTIRSI DI ETICA E MORALITA’.

È piuttosto complicato se restano in piedi certi sodalizi. Le inchieste di Vibo hanno fatto luce sui legami perversi tra massoneria e politica …

E’ DIFFICILE IRROMPERE IN QUESTI COMITATI D’AFFARI, GLI INTRECCI SONO TROPPO FITTI. LO STESSO BOSS PANTALEONE MANCUSO, DURANTE UN’INTERCETTAZIONE DICE CHE “QUA E’ TUTTO MASSONERIA”. DIVENTA ALLORA ARDUO INDIVIDUARE CHE RIENTRA NELL’AREA DELA LEGALITA’


Inaccettabili attacchi alla Magistratura in merito alla sentenza per il Processo Fallara

                                      COMUNICATO STAMPA

Siamo ai soliti ed inaccettabili attacchi alla Magistratura quando questa, continuando ad essere delegata forzatamente dalla politica, interviene per garantire giustizia contro i reati commessi dai politici amministratori.
Fa infatti rabbrividire dover ascoltare le vergognose dichiarazioni di Giuseppe Scopelliti e dei suoi sponsor più o meno ufficiali, dopo la sentenza del processo Fallara, che ha portato alla condanna dell’ex sindaco di Reggio Calabria, a sei anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, con l’imputazione di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Il sistema di corruzione che ha portato al dissesto finanziario delle casse comunali di Reggio Calabria, collegato con il suicidio di Orsola Fallara, non avrebbe potuto lasciare immuni giudiziariamente i responsabili di quanto abbattutosi sui cittadini reggini.
Adesso basta “baldanza ed incuria” nei confronti dei cittadini calabresi.
La legge è uguale per tutti e nessuno può immaginare di rimanere impunito.
In particolare la politica calabrese faccia un esame di coscienza, si rivesta di responsabilità ed aiuti la Magistratura a non essere più costretta ad avvalersi di quella “delega” affidatale dallo stesso mondo politico.
                                  
                                                Angela Napoli
                           Presidente Associazione “Risveglio Ideale”

Taurianova, 28 marzo 2014

mercoledì 19 marzo 2014

Mia intervista su Panorama



http://news.panorama.it/cronaca/agguati-mafiosi-bambini-nuovi-boss 
'I NUOVI MAFIOSI? SPIETATI CRIMINALI E CAMALEONTI CON LE ISTITUZIONI'

I nuovi boss sono plurilaureati senza 'codici d'onore' ma con una grande capacità di infiltrazione nei vertici delle Istituzioni. "Le nuove generazioni di mafiosi hanno cancellato la 'zona grigia'"

di Nadia Francalacci

Non c’è più rispetto neppure per i bambini. Le nuove generazioni di mafiosi non hanno leggi e codici interni alle loro organizzazioni ma vogliono affermasi solo con il sangue e la violenza”.

Angela Napoli, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia che per numerose legislazioni è stato membro attivo all’interno della stessa Commissione, traccia un’analisi di come sta cambiando il modus operandi delle nuove generazioni di mafiosi.
Niente più regole, niente “deontologia mafiosa” ma solamente boss plurilaureati e spietati che non esitano ad uccidere appartenenti a cosche rivali ma anche gente comune, tra questi donne e bambini.   

Angela Napoli, le nuove generazioni  stanno distruggendo la subcultura mafiosa ovvero i vecchi codici d’onore, per sostituirli con nuovi metodi molto più cruenti anche verso donne e bambini. Perché i nuovi boss non esitano ad uccidere madri e bambini?
“Perché devono dimostrare il loro potere attraverso il “dominio” del territorio. In sostanza, le nuove generazioni per affermarsi usano la violenza efferata e di conseguenza la paura che può derivare dalle loro azioni tra la popolazione di quel territorio, il territorio sul quale desiderano sviluppare le loro attività illecite. Se per affermare la loro supremazia occorre uccidere anche donne e bambini, i nuovi boss non si fermano e uccidono”

Ai vertici delle nuove generazioni di capo clan compaiono anche le donne. La donna, in particolare nella struttura della ‘ndrina calabrese, assume un ruolo fondamentale quando il marito viene arrestato o ucciso. Le donne capo-clan, hanno ereditato la stessa ferocia degli uomini?
Direi ancora di più. Le donne assumono non solo la gestione degli affari illeciti, nel caso di morte o arresto del marito, ma subentrano a pieni poteri anche nelle vendette tra faide. Le donne non esitano a vendicare, ad uccidere o far uccidere, i propri avversari ovvero gli appartenenti a faida nemica. Poca importanza ha se l’obiettivo da eliminare è un uomo, una donna oppure un bambino. L’importante, per la donna calabrese che diventa spietata, è vendicare. Ma occorre fare un’altra riflessione sulle donne nelle nuove generazioni mafiose. Quest’ultime  esprimono tutta la loro violenza e ferocia anche nell’incentivare, spronare e proteggere i propri figli o fratelli dall’attività criminale. Ad esempio a Scampia, una madre o una sorella non esita un attimo ad aggredire le forze dell’ordine che stanno arrestando un proprio congiunto. Questo atteggiamento va a fortificare”psicologicamente” e ad incitare l’uomo a perseverare nell’illecito. Un altro esempio di madre che incita il proprio figlio a continuare la propria attività illecita è stata la signora Cutrì, madre dell’evaso che nonostante la morte di uno dei figli incitava l’altro a non arrendersi”.   

Una donna d’onore sarebbe capace di uccidere o dare l’ordine di trucidare dei bambini. Le nuove generazioni di donne hanno smarrito il senso materno?
“Il senso materno delle madri “normali” lo hanno senza dubbio smarrito. Non arrivano a commettere l’uccisione dei bambini ma a ordinarne l’esecuzione sì”. 

Quali sono le principali differenze tra la vecchia sub cultura mafiosa e quella delle nuove generazioni?
“La vecchia subcultura mafiosa seguiva ed applicava un codice d’onore tra gli affiliati e con gli altri mafiosi. Le nuove generazioni no. Quest’ultime non si fermano davanti a cittadini comuni a persone estranee ai loro affari sporchi ma, cosa ancor più inquietante, è che i nuovi boss hanno una capacità camaleontica di inserirsi nelle istituzioni annullando quella che prima poteva essere considerata la ’zona grigia’. Adesso è difficilissimo distinguere tra mafioso e non mafioso perché chi uccide non è più il boss ma è spesso un soggetto esterno alla struttura mafiosa pagato per pochi euro. I nuovi boss ovvero i mandanti sono oggi insospettabili ed efferati professionisti che possono sedere anche ai vertici di importanti associazioni e istituzioni del nostro Paese” 



“Catanzaropoli” emergente: ecco cosa si celava dietro le dimissioni di Traversa

La nuova inchiesta che sta investendo il Comune di Catanzaro, e che coinvolge amministratori del centro-destra politico, sui quali incombono accuse pesanti, evidenzia quale sia la disinvoltura, accompagnata da carenza di etica e morale,con cui viene amministrata la cosa pubblica del capoluogo di Regione.
E’ davvero sprezzante dover apprendere tutte le spigolature di questo “ nuovo verminaio” e contemporaneamente sentire, Sergio Abramo, sindaco della città,peraltro mi piace anche ricordarlo come già presidente della Sorical Calabria,che su tutto non graverebbe alcun reato (quindi acqua limpida che scorre!), per cui con l’azzeramento della giunta si metterebbe una “pietra tombale”.
Oggi,alla luce della “Catanzaropoli” emergente, mi sento di dire che avevo visto bene ciò che si celava dietro le dimissioni da sindaco della città dell’on. Michele Traversa, a soli sette mesi di distanza dalla sua plebiscitaria elezione!
Interessi clientelari e familiari, che coinvolgerebbero persino assessori e consiglieri regionali, arroganza, corruzione, malaffare, abbattimento della meritocrazia,non possono più continuare a pesare sui cittadini onesti di Catanzaro.
Sarebbe ora che questi uomini coinvolti, ad iniziare dal sindaco Sergio Abramo, senza“se” e senza “ma”, si riappropriassero di un pizzico di etica pubblica e lasciassero i loro incarichi elettivi per fare spazio alla sana amministrazione pubblica di cui la Calabria ha tanto bisogno.
                                   Angela Napoli
                Presidente Associazione “Risveglio Ideale”


Taurianova,19 marzo 2014

Solidarietà al PM Pierpaolo BRUNI



Formulo sincera solidarietà al PM Pierpaolo Bruni per vile nuova intimidazione ricevuta che pone allarme e preoccupazione. Il PM Bruni, della DDA di Catanzaro, è titolare di diverse inchieste che investono pezzi della ‘ndrangheta del crotonese, del vibonese e del cosentino con le loro collusioni.
In particolare, tra le ultime inchieste condotte dal PM Bruni,  credo vadano ricordate quelle che hanno l’obiettivo di verificare e di infrangere la commistione tra esponenti delle ‘ndrine e la pubblica amministrazione, come l’inchiesta “Terminator” nel territorio di Rende e quella relativa al lavoro della commissione d’accesso sull’ASP di Cosenza, rimbalzate alle cronache nell’ultimo periodo.

                             Angela Napoli
          Presidente Associazione “Risveglio Ideale”
          Collaboratrice Commissione Parlamentare Antimafia

Taurianova, 19 marzo 2014


martedì 18 marzo 2014

Mia intervista su Panorama.it




Mafia: ecco come stanno cambiando le alleanze


 È diventata la 'Ndrangheta il punto di riferimento e rifornimento di Cosa 

Nostra e Camorra. I nuovi boss, invece, stanno ridisegnando la subcultura 

mafiosa e cancellando quella tradizionale.




di Nadia Francalacci

Oltre venti colpi di arma da fuoco sparati a pochi metri di distanza. Un’esecuzione feroce che non ha risparmiato neppure un bambino di tre anni, Domenico  Petruzzelli, figlio di un boss ucciso in un altro agguato pochi mesi prima che la piccola vittima nascesse, nel 2011.
Un triplice omicidio dalla modalità cruenta avvenuto ieri sulla strada statale 106, vicino a Taranto.  A morire sotto una pioggia incessanti di proiettili, assieme al bambini, Cosimo Orlando un pregiudicato in stato di semilibertà di 43 anni e la compagna,Carla Maria Fornari, di 30 anni. In auto con loro, anche gli altri due bambini della donna che sono rimasti illesi. Il commando ha messo in atto il terribile agguato mentre la donna stava riaccompagnando in carcere il compagno.
Ma dall’inizio dell’anno sono davvero moltissimi gli agguati mafiosi che si stanno consumando tra Campania, Calabria e Puglia. E tutti con modalità cruente.  
Angela Napoli, Commissione parlamentare Antimafia, in meno di venti giorni la Camorra ha ucciso e bruciato 5 persone. Ieri sera un agguato vicino Taranto sono state uccise tre persone tra cui un bambino di 2 anni. Le organizzazioni criminali stanno cambiando il loro modus operandi? E se sì, perché?
Purtroppo sì, perché le mafie, costituite da nuove generazioni di boss, stanno cercando di contrastare l’attività sempre più forte della magistratura tesa a bloccare proprio le loro attività illecite. I cambiamenti che possiamo notare nel modo di uccidere e di sterminare gli avversari, in sostanza negli atti criminali, nasce dalla mancanza del ‘subcultura’ mafiosa che contraddistingueva i vecchi boss. Adesso le nuove generazioni sono prive di scrupoli e tendenzialmente non rispettano nessun tipo di codice   
La crisi economica e di conseguenza la necessità per le organizzazioni criminali di 'ridisegnare' il mercato della droga, sta portando a nuove alleanze tra Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta?
Ci sono sempre state ma adesso più che in passato si stanno fortificando. Cosa Nostra e la Camorra stanno saldando nuovi accordi con la ‘Ndrangheta. E’ quest’ultima a detenere la maggior parte del mercato illecito delle sostanze stupefacenti; è la ‘Ndrangheta il punto di riferimento e rifornimento attorno al quale oggi, più che in passato, ruotano tutte le altre organizzazioni criminali
Lo Stato quanto e in che modo può e deve temere queste nuove alleanza?
Lo Stato avrebbe necessità, proprio a fronte di queste evoluzioni, di rafforzare la sua presenza nei territori maggiormente interessati da attività criminali e dovrebbe farlo convogliando un numero maggiore di investigatori e di finanziamenti per implementare le fasi investigative. La magistratura sta lavorando moltissimo ma è necessario fermare le organizzazioni criminali prima che queste commettano il reato. E questo è possibile solo con un’attività investigativa forte che abbia un’azione preventiva. Purtroppo, per la mancanza di uomini e di tecnologie per le investigazioni, spesso si assiste inermi al consumarsi del reato
Ed infine, sul territorio italiano si stanno saldando anche alleanze tra mafie nostrane e mafie straniere. Quali  sono le alleanze che dobbiamo temere maggiormente e perché?
La mafia albanese e quella russa sono senza dubbio quelle presenti sul nostro territorio da decenni e che hanno stretto alleanze ‘commerciali’ con le organizzazioni criminali italiane storiche. Oggi dobbiamo dire che questi legami si sono fortificati ed è necessaria, da parte dello Stato una maggiore attenzione. Ma lo Stato, in questo momento storico, non può e non deve trascurare anche la mafia cinese che pur facendo ‘mondo a sé’, in realtà sta operando alleanze con la criminalità italiana. I legami tra la mafia cinese e quella italiana sono certamente meno diffusi rispetto alle alleanze con albanesi e russi, ma non sono certamente meno pericolose e da sottovalutare


http://news.panorama.it/cronaca/agguati-camorra-mafia-ndrangheta  

lunedì 17 marzo 2014

Gravissima la situazione dei rifiuti in Calabria

Il 12 settembre 1997 (quasi 17 anni fa) è stato dichiarato lo stato di emergenza e il 1° ottobre 1997 è stata diramata la prima ordinanza per l’emergenza nel territorio della Regione Calabria nel settore dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi, della bonifica e del risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinanti, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione.
Dal 1997 fino al 14 marzo 2013 con il carattere di continuità è stato sempre prorogato lo stato di emergenza del settore per la Regione Calabria, affidando l’incarico di commissario inizialmente ai presidenti pro tempore della Regione e alternativamente a Prefetti.
Durante i 16 anni di commissariamento sono arrivati in Calabria per l’emergenza ben 2 miliardi di euro e non è dato conoscere come siano stati spesi, considerato che la raccolta differenziata dei rifiuti oscilla tra il 13 e il 14 per cento e il piano regionale delle discariche, previsto con ordinanza n. 2100 del 2 dicembre 2002, per “abbancare” la spazzatura fino al 2018, è inesistente, vista l’emergenza rifiuti che, ancora negli ultimi mesi, si registra in Calabria.
Dal 14 marzo 2013 la raccolta dei rifiuti è ritornata nelle mani della Regione Calabria i cui amministratori, anche in questo settore si stanno dimostrando assolutamente inefficienti. Infatti, in questi ultimi mesi in Calabria è divenuto davvero allarmante e pericoloso, sotto il versante igienico-sanitario, il problema della raccolta dei rifiuti; i territori sono invasi da quelle che possono essere definite “discariche a cielo aperto”. I cumuli di tonnellate di rifiuti sono sparsi ovunque, anche, come a Taurianova, vicini ad edifici scolastici, ristoranti, siti commerciali, nei pressi di abitazioni, nelle frazioni e nelle contrade, senza alcun controllo e con grave rischio per la salute dei cittadini.
Le discariche disponibili a livello regionali sono pressoché inesistenti e comunque insufficienti, ma la Regione non appare nemmeno trasparente nella concessione all’autorizzazione ai Comuni per conferire quanto più possibile i rifiuti nelle discariche aperte.
La mia personale impressione è che tali autorizzazioni non vengano rilasciate secondo le reali esigenze, ma soprattutto non vengano privilegiati i Comuni che attualmente sono sottoposti al commissariamento straordinario per infiltrazione mafiosa.
Va, pertanto, ricordato, in particolare al Presidente della Giunta regionale Scopelliti e all’assessore regionale all’ambiente Pugliano, che l’inserimento della ‘ndrangheta nello specifico settore dei rifiuti emerge in tutta la sua evidenza dalle indagini delle DDA di Reggio Calabria e Catanzaro, e che pertanto la mancata autorizzazione ai Comuni, in particolare quelli sciolti per mafia, al conferimento dei rifiuti nelle discariche aperte significa contribuire a mantenere un sistema di illegalità diffusa, solo utile alla ‘ndrangheta e significa, altresì, mostrarsi incuranti della salute dei cittadini.
                       On. Angela Napoli
        Presidente Associazione “Risveglio Ideale”


Taurianova, 17 marzo 2014

sabato 8 marzo 2014

Mia intervista rilasciata a DARIO CRIPPA per Il Giorno



di DARIO CRIPPA
—MONZA—

«QUANDO ho saputo cosa era avvenuto, sono andata a rileggermi quanto dissi nel 2009 in un convegno a Desio: avevo anticipato e avevo già allertato tutti; in Brianza c’era una sottovalutazione della capacità capillare delle famiglie di ’ndrangheta trapiantate al Nord di avviare sul territorio, approfittando della crisi economica, un’attività di riciclaggio spaventosa».

Per quasi vent’anni parlamentare nelle file del centrodestra, a più riprese membro della Commissione
parlamentare antimafia con cui ancora collabora, Angela Napoli, originaria della Piana di Gioia Tauro in Calabria, ha sempre combattuto contro la criminalità organizzata.
Capire come si muove la ’ndrangheta non può prescindere dalla sua esperienza e dalla sua autorevolezza.
«Le stesse tecniche utilizzate dalle famiglie “madri” calabresi sono all’opera anche qui, ma con modalità diverse perché, non essendo conosciute, sono riuscite a presentarsi con una veste perbenista per intrufolarsi negli affari creando addirittura una banca: è spaventoso».

Angela Napoli ha sempre fatto nomi e cognomi.
«Anche nel 2008, quando ero venuta per la prima volta a Monza ospite del vostro giornale, avevo fatto i nomi: oltre ai Mancuso, avevo detto che in Brianza erano attivi gli Iamonte di Melito Porto Salvo... bene, in quest’ultima inchiesta è emerso come proprio gli  Iamonte, attraverso Domenico Zema (ex consigliere comunale a Cesano Maderno, ndr), portassero voti a Massimo Ponzoni, il braccio destro di Formigoni al Pirellone...»
Infinito, Bagliore, Ulisse, ora Tibet: le ultime operazioni sembrano stroncare ogni volta i clan, ma la «malapianta» ritira fuori regolarmente la testa.
«La capacità della ’ndrangheta è proprio questa: sapersi sempre riorganizzare. I capi delle cosche da un lato prevedono sempre la propria successione in caso di arresto, dall’altro le nuove leve sono particolarmente cattive e aggressive, pronte a impossessarsi delle società attive sul territorio prendendo il posto di chi viene arrestato. E a guardare bene, i nomi che girano son sempre gli stessi: anche quando sembra che cambino si tratta di solito di parenti o comunque di affiliati che lavoravano già nelle cosche individuate dalle forze dell’ordine».

Ci vuole attenzione...
«Mai credere che la ’ndrangheta sia stata sconfitta quando i suoi capi finiscono nelle patrie galere: i grossi boss continuano a comandare anche dal carcere e hanno la capacità di garantire i propri successori.
E attenzione: nelle nuove leve si assiste all’ingresso sempre più frequente di figure femminili.
Una volta le donne di ’ndrangheta stavano a casa, oggi non più: i tempi e la società sono cambiati  anche per la criminalità organizzata calabrese».

Dunque, la ’ndrangheta non è morta, neanche stavolta...
«Che nessuno si illuda che la ’ndrangheta al Nord è stata sbaragliata:  i suoi affari sono talmente radicati da camuffarsi sotto forme di legittimità difficili da individuare.  Ci vuole una grande capacità investigativa».

La ’ndranghetaè ormai entrata nell’economia.
«In questo momento di crisi, alla luce di tassi usurari praticati dalla banche per i loro prestiti, con gli imprenditori che hanno difficoltà ad accedere al credito, la potenzialità economica della ’ndrangheta è tale da fungere da vera e propria banca alternativa. La ’ndrangheta è riuscita a inserirsi nell’economia legale e l’imprenditore in crisi cade nel tranello di chi offre denaro a tassi più convenienti, ma che pian piano diventano usurari e consentono agli uomini delle cosche di diventare i veri proprietari delle imprese. Anche se i vecchi titolari delle imprese si ritrovano a continuare comparire ai vertici delle loro vecchie società, spesso si tratta ormai di prestanome».

Cosa fare?
Occorre uscire dalla piaga della corruzione e del malaffare: se imprenditori, istituzioni e politica lo facessero, si potrebbe abbattere davvero la criminalità organizzata, che trova vitalità proprio laddove c’è la corruzione. E anche nella politica la ’ndrangheta riuscirà a penetrare finché ci saranno candidati pronti a chiedere voti al boss di turno pur di ottenere un risultato elettorale».

Alcune intercettazioni indicano come la ’ndrangheta stia attenta a non sparare più come un tempo.
«La ’ndrangheta al Nord è cambiata, non fa più scorrere scie di sangue, è questa la nuova tecnica: evita di sparare perché in quei casi ne scaturirebbe un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine.
Preferisce dominare dove è possibile gestire gli affari: la ’ndrangheta dispone di un impero economico che le deriva dal traffico di droga e che le consente una potenzialità economica enorme che necessita però di una grande opera di riciclaggio. Non nella terra madre calabrese, però, ma al Nord, dove l’economia le consente uno sviluppo diverso».

Si è scoperto che le cosche avevano messo le mani anche nel calcio.
«In Calabria ci sono intere squadre, nei campionati minori, in mano alle cosche: garantiscono consenso sociale e la possibilità di far girare soldi».

In Brianza nessuna delle vittime ha denunciato.
«Chi non denuncia deve capire che prima o poi perderà tutto: chi cade anche una sola volta per paura, sbaglia di grosso».

E all’orizzonte c’è una nuova minaccia...
«Bisogna essere preoccupati e vigili augurandosi che nessuna forza investigativa, come purtroppo avvenuto di recente proprio a Vibo Valentia, cada nel tranello di fiancheggiare le cosche, la nuova strategia della ’ndrangheta».


giovedì 6 marzo 2014

Senza la riforma della legge elettorale .......

In Italia ormai ci siamo un po’ assuefatti nel ritrovarci innanzi a riforme costituzionali e non, varate solo per garantire il mantenimento delle poltrone piuttosto che tutelare i reali interessi dei cittadini.
Ma credo che non si possa tacere su quanto sta avvenendo, in questi giorni, durante i quali il Parlamento italiano è stato obbligato ad approvare la riforma della legge elettorale.
Penso che siamo tutti convinti che non si possa andare a nuove elezioni senza una nuova legge elettorale, anche perché l’attuale scenario politico e il perdurare della larghe intese sarebbe invitante solo all’astensione, ma non ritengo accettabile che, solo al fine di mantenere in piedi una legislatura parlamentare, ci si affretti a varare una legge elettorale che, così come proposta, servirebbe solo a far naufragare i piccoli partiti (e su questo potrei anche concordare!), senza però dare ai cittadini la vera possibilità di scelta e soprattutto senza la possibilità di ritrovarsi con una maggioranza politica, che tale possa definirsi!
Infatti, la mancata contemporanea abolizione o riforma della Camera Alta, significherebbe davvero ostinarsi a non capire che, anche a fine legislatura, ci ritroveremmo con Governi di larghe intese, con Governi che si reggono a maggioranze variabili, con Governi che sottoposti a ricatti vari, non vengono messi nelle condizioni di risolvere i reali problemi del Paese.
E parlo di ricatti e compromessi, perché questo è il frutto di quanto, ad esempio, accaduto, negli ultimi giorni, nei Governi nazionale e regionale calabrese, con le dimissioni da sottosegretario del sen. Antonio Gentile (Ncd)!
Sentir dire, anche dal nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri: “tanto il Senato è cancellato!”, significa davvero non aver compreso quanto sia difficile per un parlamentare dover abbandonare quel posto.
Ci vogliono davvero convincere che la riforma costituzionale del Senato potrà essere varata in tempi utili? C’è solo da augurarselo!
Mi piacerebbe, però, da cittadina, non essere più presa in giro! Mi piacerebbe, piuttosto che dover assistere a lavori parlamentari dettati da interessi, compromessi ed inciuci, vedere in atto provvedimenti utili a restituire fiducia ai cittadini e soprattutto a ricondurli fuori dall’esasperazione e dall’umiliazione nelle quali sono costretti a vivere!
On. Angela Napoli (Collaboratrice Commissione Parlamentare Antimafia

http://www.restoalsud.it/2014/03/06/senza-la-riforma-delle-legge-elettorale-gli-italiani-diserteranno-le-urne/