COMUNICATO STAMPA
Il ministro degli Affari Esteri, on. Emma Bonino, ha
“liquidato” il problema del trasbordo nel porto di Gioia Tauro delle scorie
delle armi chimiche siriane, richiamando l’orgoglio del nostro Paese per aver
così partecipato a questo nuovo processo di pace. Allo stesso Ministro e ai
Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Difesa, nonché al
Governatore della Calabria, non è però sfiorata la necessità di valutare cosa
potrebbe accadere alle popolazioni della piana di Gioia Tauro, che già vivono
in un territorio devastato anche dal punto di vista ambientale, se, nonostante
l’elevato livello professionale dei tecnici chiamati a gestire l’operazione,
malauguratamente dovesse sorgere qualche intoppo nel trasbordo di queste
sostanze chimiche micidiali, anche perché, sostengono, che all’insaputa di
tutti ci sarebbero già stati in questo porto altri trasbordi di sostanze
tossiche e radioattive.
Ho ormai la certezza che la scelta fatta, anche alla luce di
accordi internazionali ormai preventivamente decisi sulla nostra testa, non
potrà essere modificata, ma non posso sottacere la preoccupazione per quello
che sarà il processo successivo al trasbordo; non abbiamo, infatti, certezza
dove avverrà la bonifica di questo materiale né del luogo dove verranno
smaltite queste micidiali sostanze. Sembrerebbe che una parte verrà inabissata
nelle acque internazionali del nostro mar Mediterraneo, tra Malta – Libia –
Creta, e altra parte andrà in Germania.
Una cosa è certa, ci sarà un nuovo ed ulteriore inquinamento
del nostro Mar Mediterraneo, nonostante gli allarmi più volte lanciati sulla
presenza nello stesso mare delle “navi dei veleni”, frutto degli interessi nel
traffico dei rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata, ma anche
dei Governi di alcuni Paesi, di industrie e pseudo uomini di affari, che sono
in realtà intermediari e faccendieri senza scrupoli.
L’Italia, già crocevia di traffici internazionali di rifiuti
tossici, provenienti dai Paesi europei e destinati in Nigeria, Mozambico,
Somalia, Romania, si renderà, quindi, responsabile, insieme ad altri Paesi che
affacciano sul Mediterraneo, della ulteriore contaminazione di questo
meraviglioso mare, nel mentre rimane inerte innanzi alla mancate risposte
internazionali sulla devastazione ambientale.
Quale relatrice nell’Assemblea dei Parlamenti dei Paesi del
Mediterraneo nel gruppo di lavoro speciale sulla criminalità organizzata,
nell’aprile del 2012 ad Ankara ero riuscita a far approvare all’unanimità una
risoluzione su “Ecomafie e il loro impatto sul Mediterraneo”. Con questa
risoluzione si invitavano tutti i governi della regione Mediterranea a lavorare
di concerto per adottare un codice penale internazionale in materia e per
uniformare la definizione di reato ambientale, al fine di tutelare il
Mediterraneo dall’inquinamento.
Mi si dirà che in questo caso la presenza della criminalità
organizzata sarà annullata, anche se il tutto dovrà essere accertato, rimane
comunque il fatto che ai governi nazionale italiano e regionale calabrese non
interessa nulla dell’inquinamento del nostro Mar Mediterraneo e tanto meno della
salute dei cittadini di questa martoriata regione Calabria!
On. Angela Napoli
Presidente Associazione “Risveglio Ideale”
Taurianova, 25 gennaio 2014